il legame fra Vaiano e il beato Bartolo Longo
Giovanni Vaiano si è rivolto varie volte, in preghiera, al beato Bartolo Longo, in frangenti particolarmente duri della sua vita, per avere sostegno e aiuto.
La fede cristiana, maturata negli anni del catechismo e della giovinezza, e la devozione al fondatore del santuario e della nuova Pompei, impartitagli dalla madre, lo aiutavano a non abbattersi e a non crollare sotto il peso dei veleni verbali, delle calunnie e degli odi di cui era oggetto a causa della questione dell’eredità.
Vi sono stati sogni – circa una decina – e segni, come persone incontrate lungo il cammino della vita da parte di Vaiano.
La storia del legame profondo fra Giovanni Vaiano e il mondo soprannaturale ha una precisa data d’inizio: 8 aprile 1996.
Quel giorno, iniziato come tutti gli altri, Giovanni fu letteralmente rapito da una forza soprannaturale e condotto davanti a un tempio, molto vasto, posto su un’altura che dominava una folta boscaglia.
Vaiano visitò il luogo – seppe più tardi che si trattava del Santuario dell’Avvocatella in San Cesario in Cava dei Tirreni – e in quell’occasione fu avvisato da voci interiori di essere vittima di attentati e di essere in pericolo.
Il “rapimento” svanì subitaneo, così come era avvenuto.
Proprio in quel frangente, nel momento più duro, Vaiano è protagonista del primo dei segni soprannaturali che gli anticiperanno episodi nefasti o lo avvertiranno di pericoli incombenti (vedi la sezione successiva).
Nel 1998 si arriva finalmente ad un accordo fra le parti: lo stabile passa sotto un solo proprietario, chiudendo una lunga pagina di dissidi familiari.
Inizialmente, Vaiano fu preso da timore e paura. Credeva di essere stato vittima di allucinazioni o, peggio, di operazioni malefiche nei suoi confronti. Poi si rese conto che quell’episodio era stato provocato da forze benigne, che volevano aiutarlo.
Era in corso, all’epoca, la vertenza con i fratellastri per la divisione dell’asse ereditario sulla casa del comune genitore, sita in Pompei: uno stabile di 4 piani e diversi appartamenti. Nonostante la chiarezza delle volontà paterne, la vertenza, iniziata nel 1987, non si era ancora conclusa, con un doloroso e straziante strascico di polemiche e calunnie.
L’episodio del rapimento aprì gli occhi a Vaiano su come la propria vita fosse in pericolo e su come, al tempo stesso, forze benigne lo stavano difendendo. Vaiano attribuì il merito a Bartolo Longo: l’avvocato stava difendendo la sua causa in cielo e lo stava mettendo in guardia.
Un altro incontro misterioso, un altro segno, fu a Scafati. Una donna frequentata all’epoca da Vaiano favorì l’incontro di quest’ultimo con un individuo che insisteva nel chiedergli foto e denaro. L’evento fu un segno, seguito da un sogno in cui tale donna scafatese si rivelò come fattucchiera, inviata delle forze maligne.
In quell’occasione Vaiano seppe che la madre presentava strane disidratazioni, incompatibili con lo stile di vita sano che portava avanti ma spiegabili come sindromi di avvelenamento: capì dunque che gli operatori del male lo avevano inseguito fino a Nocera.
La rottura dell’osso avvenne il 3 ottobre 1999, mentre si celebrava la Supplica alla Madonna di Pompei. Fu il terzo segno a cui assistette Vaiano: il male aveva colpito la signora, ma l’intervento della Santa Vergine aveva scongiurato la morte, portando la signora in ospedale. Se non ci fosse stata la caduta, non ci si sarebbe accorti di nulla.
Nel 1998 si concluse la vertenza ereditaria. Vaiano prese a frequentare il santuario dell’Avvocatella di Cava dei Tirreni e diversi esorcisti.
Ma non finirono i problemi.
Vaiano, avvisato in sogno dal beato Longo che le forze malefiche non avevano cessato di tramare contro di lui, si trasferì assieme alla madre e alla badante in un nuovo luogo in Nocera Inferiore. Ma la situazione della signora Fertitta, dopo un lieve miglioramento, peggiorò, fino a ricorrere al ricovero in ospedale a causa della rottura del femore.
In quell’occasione Vaiano seppe che la madre presentava strane disidratazioni, incompatibili con lo stile di vita sano che portava avanti ma spiegabili come sindromi di avvelenamento: capì dunque che gli operatori del male lo avevano inseguito fino a Nocera.
La rottura dell’osso avvenne il 3 ottobre 1999, mentre si celebrava la Supplica alla Madonna di Pompei. Fu il terzo segno a cui assistette Vaiano: il male aveva colpito la signora, ma l’intervento della Santa Vergine aveva scongiurato la morte, portando la signora in ospedale. Se non ci fosse stata la caduta, non ci si sarebbe accorti di nulla.
Nel 2001 un sogno con entità soprannaturali non identificabili avvertì Vaiano che la battaglia contro il male non era ancora finita: dopo la madre, era in pericolo lui stesso.
che dura tuttora, di Giovanni Vaiano contro le forze del male che oscurano la verità sui fatti accaduti fra il 1999 e il 2000, e che è costata a Vaiano la perdita di ingenti sostanze finanziarie, di falsi amici, di appoggi e numerose incomprensioni.
Oggi Giovanni Vaiano si dedica a diffondere i segni di cui fu protagonista grazie a Bartolo Longo,
appoggiandone la canonizzazione con la propria testimonianza di fede.