La vita del beato Bartolo Longo

Nato il 10 febbraio 1841 a Latiano, in Puglia.

La prima educazione

La prima educazione fu ricevuta presso il collegio degli Scolopi, a Francavilla Fontana, ove ottenne l’abilitazione per la grammatica il 12 luglio 1857.

Successivamente si stabilì a Brindisi per studiare lettere e filosofia e nel 1861 si trasferì a Napoli per conseguire la laurea in giurisprudenza, il 12 dicembre 1864.

La vita da Medium e il periodo Napoletano

Nel periodo napoletano prese a frequentare cattive compagnie: atei, apostati, spiritisti. Longo venne in contatto con degli spiritisti per la prima volta il 29 maggio 1864. In pochi mesi divenne medium di prima grandezza, sacerdote della nuova religione e “ministro” di quello che lui crede essere l’Arcangelo Michele.

La vita spiritica, fatta di digiuni e allontanamenti dagli amici, gli rovinò la salute e mise in pensieri i suoi cari. Nel 1865 gli amici Guglielmo Pepe, Caterina Volpicelli (poi canonizzata) e padre Alberto Radente riuscirono a tirarlo fuori dal circolo vizioso in cui era caduto: il 29 maggio di quell’anno Longo abiurò allo spiritismo e tornò alla fede cattolica.

Padre Ludovico e
La Contessa

Nel 1867 conobbe padre Ludovico da Casoria, francescano poi canonizzato, che lo introdusse nel mondo dell’alta borghesia napoletana. Intanto continuava a frequentare la casa di Volpicelli, dove conobbe Marianna Farnararo, vedova De Fusco.

Longo partecipava alle serate in casa Volpicelli al Largo Petrone (attuale Port’Alba), dove si pregava in comune e avvenivano letture spirituali. Una sera, a causa di forti febbri, non venne, e la contessa inviò una domestica a chiedere sue notizie. Lo trovò solo e privo di assistenza. La contessa chiese quindi a Caterina di far trasferire il giovane avvocato nel loro condominio. La Volpicelli acconsentì.

Il primo contatto con Pompei

Longo apprese che la contessa viveva un momento di difficoltà economiche, per la cattiva gestione delle sue proprietà in Valle di Pompei. Il giovane avvocato si offrì di prenderne cura, e così partì per Valle all’inizio dell’ottobre 1872.

Il contatto con i villici ignoranti e miseri, che non avevano neppure il conforto della religione ed erano tormentati dal malanno del brigantaggio, fu sconvolgente per il giovane avvocato pugliese. Nonostante la sua missione fosse riordinare i contratti di fitto della masseria Taverna della Valle di proprietà della contessa, sentì un sentimento di pena per quelle genti abbandonate a sé stesse.

L’inizio della Missione

Pochi giorni dopo, mentre passeggiava nella località Arpaja, Longo sentì la chiamata all’apostolato per quelle genti. Si rivolse alla Madonna: “Se è vero che tu hai promesso a San Domenico che chi propaga il Rosario si salva, io mi salverò perché non uscirò da questa terra, senza aver propagato qui il tuo Rosario”.

Assieme alla contessa, Longo iniziò a chiedere offerte presso la borghesia napoletana per realizzare una nuova chiesa parrocchiale, più grande e accogliente. Il vescovo di Nola, venendo in visita a Pompei nel 1875, lo convinse a realizzare invece un vero e proprio santuario da dedicare alla Madonna del Rosario.

Grazie alle numerose donazioni fu possibile acquistare il terreno per la fondazione.  La prima pietra fu posta l’8 maggio 1876.  L’altare improvvisato fu formato unendo due botti e disponendo sopra esse una tavola di legno mentre il quadro della Vergine trovò posto sotto una tenda. L’attuale tela miracolosa gli fu affidata da suor Maria Concetta de Litala di Napoli, e fu condotta dall’ex capitale a Pompei sopra un umilissimo carro di sterco di vacca.

L’opera pompeiana proseguiva: le offerte, sulla spinta delle prime grazie che l’immagine miracolosa della Madonna concedeva, iniziarono ad arrivare da tutta Italia. Per mettere a tacere le malelingue, Papa Leone XIII convinse Longo e la contessa a sposarsi, il 1o aprile 1885: vissero sempre come fratello e sorella.

La costruzione del santuario provocò indirettamente anche la realizzazione di opere annesse, per ospitare la grande massa di lavoratori e le loro famiglie, e per porre in pratica le opere di carità che i coniugi avevano in mente.

Il 6 novembre 1886 furono fondati gli asili, maschile e femminile, per la prima educazione dei figli dei pompeiani.

L’anno successivo fu la volta dell’orfanotrofio femminile.

L’8 maggio 1887 Longo accolse la prima orfanella, di nome Caterina, di Napoli.

Il 1892 vide la posa della prima pietra per l’ospizio dei figli dei carcerati. Accanto a queste creazioni ispirate alla carità, l’Avvocato si adoperò anche per le infrastrutture necessarie al nucleo urbano che andava consolidandosi intorno al Santuario: nuove strade, fra cui la Via Sacra, a aprtire dal 1886; l’illuminazione elettrica notturna, dai primi del Novecento; l’Osservatorio meteorologico nel 1890; la caserma dei Reali Carabinieri nel 1895; l’ufficio postale e telegrafico nel 1884; la creazione di un nuovo ramo della Ferrovia statale che passasse nei pressi del tempio, nel 1902. Il 4 maggio 1901, a distanza di 25 anni dalla fondazione della prima pietra, arrivò l’elevazione al titolo di Basilica pontificia da parte di Papa Leone XIII il 4 maggio 1901.

Le malignità che mai mancano intorno alle figure dei grandi uomini colpirono anche il futuro beato, all’indomani dell’elezione del nuovo Papa, Pio X (poi canonizzato), nel 1914. Molti affaristi, laici ed ecclesiastici, volevano il controllo del santuario e delle opere sociali fondate dai coniugi Longo, e riuscirono a fare pressioni sul nuovo Papa per indirizzarlo contro i due fedeli postulatori del Rosario. Si giunse così, dopo circa un anno e mezzo di passione, alla cessione completa delle Opere pompeiane alla Santa Sede, il 12 settembre 1906.

Il 9 febbraio 1924 morì la contessa Marianna, compagna di vita e di lavoro di Bartolo. Subito dopo, iniziarono le contese giudiziarie con i figli della contessa, che inventariarono tutte le proprietà appartenute alla coppia. L’Avvocato si ritirò dunque a Latiano per un anno.
Il 23 aprile 1925 tornò definitivamente a Pompei. Sofferente di visceri fin dalla giovinezza, Longo ebbe a soffrire negli ultimi giorni della sua vita a causa della malattia gastrica, curata dal medico Giuseppe Moscati. Il 5 ottobre 1926, verso le 4 e mezza del mattino, Bartolo Longo concluse la sua laboriosa vita terrena. I funerali si svolsero il 7 ottobre, giorno che ricorda la vittoria cristiana a Lepanto nel 1581 grazie all’aiuto della Madonna.

Fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 26 ottobre 1980.